
Come sei venuto a conoscenza di Mechinno? Che cosa ti ha attratto di questa realtà?
Avevo già lavorato con Mechinno in passato: la prima volta è stato quando, dopo 18 anni nel comparto delle macchine automatiche in ambito elettrico, avevo sentito il bisogno di cambiare settore per cercare nuovi stimoli, e per questo motivo mi ero iscritto su vari portali di recruiting, così venni contattato da Mechinno. Dopo questo primo periodo sono andato via per poi tornarci successivamente. In entrambi i casi quello che mi ha incoraggiato a cambiare è stata la possibilità di lavorare in settori industriali diversi, la prima volta nell’automotive e poi nell’agricolture.
Qual è il tuo background e quali pensi siano state le skill chiave che ti hanno permesso di essere inserito nel team?
Appena terminata la scuola superiore ho incominciato a lavorare immediatamente per esigenze economiche e, benché fossi diplomato, ho iniziato il mio percorso professionale da apprendista presso un’azienda che, ancora oggi, progetta, installa e sviluppa software per la parte elettrica di macchine automatiche. Qui la mia prima mansione è stata quella di operaio cablatore, operavo spesso presso i clienti e ho anche effettuato numerose trasferte sia in Italia sia all’estero, in Europa (es. Francia, Germania) così come nel resto del mondo (es. Giappone, Corea, Messico ecc.). Dopo circa 10 anni come operaio, mi fu proposto di passare alla progettazione, lavoro che svolgo ancora oggi.
Dopo 18 anni di questa attività, come dicevo prima, sono passato in Mechinno dove ho iniziato a conoscere l’ambiente dei veicoli, in particolare mi sono dedicato al cliente CNH. Successivamente sono stato assunto in ARBOS, come progettista di veicoli agricoli sotto la direzione di Gianni Del Gobbo, il quale, una volta divenuto direttore tecnico di Mechinno, mi ha proposto una posizione al suo interno che ho accettato. Qui hi lavorato in ambito elettrico principalmente su CNH (non solo nella sede emiliana, ma anche in quella di Lecce) e Dulevo.
Raccontaci del tuo ruolo, di cosa ti occupi oggi in Mechinno?
Mi occupo della progettazione 2D e 3D di impianti elettrici per veicoli e macchine automatiche, con frequenti interfacciamenti con il cliente, con il quale mi confronto costantemente sullo sviluppo dei cablaggi e svolgo attività di problem solving.
Cosa preferisci del tuo ruolo e qual è stata la tua maggiore soddisfazione?
Ho sempre svolto una professione che per gran parte della mia vita è stata considerata di “serie B” rispetto alla meccanica. Oggi però la mia grande soddisfazione è che il ruolo come il mio – progettista e cablatore elettrico -, è diventato indispensabile in qualsiasi ambito, dal momento che viviamo in un mondo in cui anche per fumare serve un carica batteria!
Ormai è da un po’ che sei in Mechinno. Qual è la tua storia? Hai qualche consiglio per chi volesse intraprendere un percorso simile al tuo?
Come accennavo all’inizio, dopo il diploma – parliamo ormai di quasi 30 anni fa – ho dovuto cominciare a lavorare subito perché provenivo da una famiglia in cui l’unico reddito era la pensione di mia madre, e quindi ho sentito la necessità di dare anche io un contributo economico alla mia famiglia, la quale certo non è stata delle più fortunate. In virtù di questo mio vissuto, ho sempre affrontato con determinazione e grinta ostacoli e difficoltà, consapevole del fatto che nel lavoro, e in generale nella vita nessuno ti regala niente e se vuoi raggiungere un obiettivo o se lo manchi dipende solo da te!