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Per continuare le interviste al nostro management, utili per cogliere a pieno le strategie e gli obiettivi aziendali, questa volta diamo la parola a Gianni Fabbretti, Plm Technical Director & CIO:

D: Gianni, tu sei responsabile della Divisione PLM, Chief Information Officer e anche socio di Mechinno: tutti ruoli di grande responsabilità. Come è iniziato questo percorso e cosa ti ha spinto a intraprendere questa avventura?
R: Dopo la laurea Ingegneria Elettronica, ho avuto sin da subito la possibilità di fare esperienza in alcune importanti multinazionali operanti nel settore del CAD e del PLM, quali, per esempio, Siemens Telecomunicazioni, PTC, poi di nuovo Siemens – questa volta – in area Automation. Successivamente, dopo aver maturato una certa conoscenza dell’industria italiana e delle tecnologie leader di mercato, ho sentito il bisogno di costruire qualcosa di “mio”, di mettere a frutto tutto quanto acquisito in questi anni e, in qualche modo, di mettermi in gioco. E così nel 2008 sono entrato in società con Fabio di Martino, fondatore e CEO di Mechinno, nonché ex collega in precedenti aziende, e ho creato la divisione PLM, nell’ambito dei servizi proposti e sviluppati dalla stessa Mechinno.
D: Cosa ti ha convito a iniziare questo tuo percorso “imprenditoriale” proprio con Mechinno?
R: L’idea imprenditoriale di fondare qualcosa di nostro era già nata in me e in Fabio durante la precedente esperienza di lavoro comune e da allora siamo sempre rimasti in contatto, anche quando lavorativamente abbiamo seguito percorsi e aziende diverse. Per questo motivo, sebbene non fossi presente al momento della nascita di Mechinno, è stato facile – direi naturale – decidere di entrarvi due anni dopo. La società era giovane, dinamica e innovativa, quindi c’erano tutte le premesse per affrontare la sfida.
D: In Mechinno, oltre a dirigere la divisione PLM, sei anche a capo dei sistemi informativi nel ruolo di CIO: sentiamo spesso di parlare di “Digital Transformation”, qual è il livello di digitalizzazione di Mechinno attualmente?
R: Già da qualche anno abbiamo intrapreso un percorso di digitalizzazione dei diversi processi aziendali sia al nostro interno, sia nell’interazione con i nostri clienti, dal momento che mantenere un filo diretto con loro è una parte importante dei servizi Mechinno. Quindi, ovviamente, abbiamo implementato un CRM appunto per il Customer Relation Management, un ERP per la gestione dei vari dipartimenti quali Finance, HR, Delivery etc. Ma soprattutto negli ultimi 2 anni ci siamo focalizzati, anche con importanti investimenti, sulla sicurezza aziendale, la protezione dei dati e la salvaguardia della proprietà intellettuale dell’azienda e, in particolare,  sulla massima sicurezza e protezione dei dati dei nostri clienti con i quali, per ovvie ragioni legate al segreto industriale, abbiamo degli accordi di riservatezza molto stringenti.
D: Quanto ha cambiato le abitudine di Mechinno l’era Covid? Lo Smart Working sopravvivrà?
R: Sappiamo che la pandemia ha cambiato e stravolto completamente le vite di tutti, sia a livello personale, sia lavorativo. Due anni fa il mondo intero si è trovato di fronte a un evento del tutto imprevedibile e noi, come tutti, ci siamo adeguati. Nel giro di poco tempo abbiamo fatto in modo che tutti potessero essere nelle condizioni di lavorare da remoto, ed è ovvio che in questo senso le infrastrutture informatiche hanno avuto un ruolo nevralgico. Adesso, forse, ci stiamo lasciando questo periodo alle spalle e praticamente siamo tornati a una sorta di normalità, con una presenza pressoché quotidiana in ufficio. In realtà, in tutta questa vicenda abbiamo capito due cose: da una parte sicuramente una modalità di lavoro più flessibile e “a distanza” non va a impattare sulla produttività, dall’altra tuttavia è emerso che l’uomo ha bisogno di socialità, di vedersi, di stringersi la mano e quindi di lavorare “fisicamente” gomito a gomito. Come spesso accade, quindi, la soluzione ottimale non è l’una o l’altra ma il giusto equilibrio tra le due.