
“Credo che per chi volesse intraprendere questo percorso sia fondamentale mettersi sempre in gioco vedendo ogni sfida non come un problema ma come un’opportunità per imparare qualcosa di nuovo, essere flessibili e saper trovare l’aspetto positivo anche nelle cose che in un primo momento ci possono sembrare non in linea con le nostre aspettative: spesso nascondono aspetti interessanti che non avremmo immaginato.”
1) Come sei venuto a conoscenza di Mechinno? Che cosa ti ha attratto di questa realtà?
Sono entrato in contatto con Mechinno per la prima volta qualche anno fa tramite Linkedin. In quell’occasione purtroppo non si era realizzata la possibilità di iniziare a lavorare insieme, avendo scelto altre opportunità. Ci sono stati in seguito altri contatti e poi finalmente le nostre strade si sono tornate ad incrociare circa un anno fa, quando si è concretizzata l’occasione di collaborare con il cliente per cui sto lavorando ora.
La prima cosa che mi ha colpito è stato l’ambiente dinamico e giovanile, ma, conoscendo poi meglio questa realtà, la cosa che più mi ha attratto è stata la percezione di serietà e professionalità nelle figure che ho incontrato durante i processi di selezione oltre che la volontà di investire sui giovani; caratteristiche di cui poi ho avuto la conferma avendole riscontrate effettivamente durante questo anno in Mechinno.
2) Qual è il tuo background e quali pensi siano state le skill chiave che ti hanno permesso di essere inserito da subito in un team di sviluppo per una delle realtà più importanti del motorsport?
Fin da bambino sono sempre stato attratto dal mondo dell’auto e dei motori in generale, passione che mi ha portato a scegliere di studiare Automotive Engineering al Politecnico di Torino. Ho subito capito che la teoria non mi bastava quindi per mettere un po’ le mani in pasta ho deciso di entrare a far parte di un team di studenti che progettava e realizzava dei veicoli per partecipare alla Shell Eco-Marathon, una competizione studentesca a livello europeo. Le conoscenze, il lavoro di squadra e l’attitudine al mettersi sempre in gioco in maniera positiva nelle sfide che mi si sono poste innanzi nel contesto studentesco, mi hanno poi permesso di lavorare per due anni come progettista in Formula 1. Questa esperienza è stata fondamentale per capire l’importanza dell’attenzione ai dettagli e per imparare a lavorare sotto pressione, oltre ovviamente a tutto il bagaglio di esperienze e di skill tecniche che un contesto di così alto livello ti permette di acquisire.
3) Raccontaci del tuo ruolo, di cosa ti occupi oggi in Mechinno? Come si svolge una tua giornata tipo?
Attualmente lavoro come progettista nel reparto R&D del nostro cliente Ducati Motor Holding e mi occupo di progettare e modellare al CAD tutti i vari componenti che compongono una moto stradale: carene, telaio, finizioni, serbatoio, sospensioni etc…
Nella mia giornata tipo non può mancare l’interfacciarsi costantemente con il mio responsabile, gli altri colleghi di R&D e delle altre aree aziendali per un vero e proprio gioco di squadra per creare una moto con le più alte performance. Spesso le giornate sono molto dinamiche e richiedono molta flessibilità nel saltare dalla progettazione di un componente ad un altro in base alle esigenze che si presentano e alle urgenze del momento.
4) Essendo da poco più di un anno che lavori qui, hai avuto modo di interfacciarti pressoché sempre con lo stesso cliente. Com’è stata la tua esperienza? Hai qualche consiglio per chi volesse intraprendere un percorso simile al tuo?
Nella mia vita lavorativa ho sempre avuto a che fare più con le “quattro ruote” che con le “due ruote” quindi quest’anno è stato un po’ alla scoperta di un mondo di cui non avevo molte conoscenze specifiche. Ho avuto l’opportunità di apprendere aspetti della progettazione motociclistica che mi hanno infuso molto entusiasmo per questo settore e voglia di approfondirli ancora di più.
Inoltre per ora è stata un’esperienza molto positiva non solo dal punto di vista tecnico ma anche da quello umano, avendo trovato sia in Mechinno che presso il cliente persone molto disponibili e con cui è un piacere lavorare assieme.
Credo che per chi volesse intraprendere questo percorso sia fondamentale mettersi sempre in gioco vedendo ogni sfida non come un problema ma come un’opportunità per imparare qualcosa di nuovo, essere flessibili e saper trovare l’aspetto positivo anche nelle cose che in un primo momento ci possono sembrare non in linea con le nostre aspettative: spesso nascondono aspetti interessanti che non avremmo immaginato.
5) Cosa preferisci del tuo ruolo e qual è stata la tua maggiore soddisfazione?
La progettazione di una moto, essendo relativamente meno complessa rispetto ad un’auto, ti dà la possibilità di occuparti nel dettaglio di tutti i componenti che ne fanno parte senza perdere la visione d’insieme: la cosa che preferisco del mio ruolo è proprio avere l’occasione di spaziare tra tante tecnologie diverse accrescendo il mio bagaglio tecnico in modo vario ma comunque dettagliato. Una delle soddisfazioni più grandi per me è vedere circolare per strada un veicolo sapendo di essere stato protagonista nella sua creazione, avendo visto crescere i suoi componenti dallo stadio di concept, al prototipo, fino alla messa in produzione.